Il Giappone rinuncia al pesce

Chi l’avrebbe mai detto, il popolo del sushi mette a rischio il mercato mondiale della pesca. Famosi come i più grandi mangiatori di pesce, presenti in tutto l’Occidente con migliaia di ristoranti Sushi, i giapponesi si stanno allontanando sempre di più dalla loro cultura e tradizione culinaria. Nel 2006 è avvenuto lo storico sorpasso: il consumo di carne, tra i giapponesi, ha superato quello di pesce.

L’aspetto più curioso e al tempo stesso grave, è che il lento abbandono del pesce risulta essere una scelta generazionale: sono infatti i giovani ad essere stanchi del cibo dei loro padri. Spaghetti e hamburger hanno molto più successo di sushi o sashimi. Così i tonni migliori finiscono sulle tavole dei ristoranti di New York e Shangai, anziché a Tokyo.

Il calo di appetito dei giapponesi sta cambiando le dinamiche del mercato mondiale della pesca. Kaimake è la parola che è stata coniata per “l’andare in fumo degli affari”, ovvero per indicare la perdita di valore del leggendario potere d’acquisto giapponese alle aste del pesce.

Per convincere i giovani a tornare a scegliere il pesce, l’industria nipponica della pesca ha ingaggiato i Gyoko, una band attualmente in testa alle hit giapponesi. Il loro nome significa “Porto di pesca”, il leader è un ex pescatore che, quando sale sul palco, indossa una vera testa di tonno come copricapo, le loro canzoni sono un vero e proprio inno alle proprietà benefiche del pesce. Chissà se basterà per riavvicinare i giovani al sushi.

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