Che il settore della GDO stia entrando in una nuova fase di cambiamento è chiaro ai più. Tuttavia, per capire nel dettaglio la natura emergente del supermercato 4.0 è bene prima spiegare cosa significa GDO e passare in rassegna i principali step evolutivi del settore.
Stando alla definizione di Wikipedia, per Grande Distribuzione Organizzata s’intende “il moderno sistema di vendita al dettaglio attraverso una rete di supermercati e di altre catene di intermediari di varia natura. Rappresenta l’evoluzione del supermercato singolo, che a sua volta costituisce lo sviluppo del negozio tradizionale”.
Per spiegare cosa significa e cosa ha significato la GDO ci viene poi in aiuto McKinsey, con un report che traccia le tappe principali della storia del settore. Il 1916 è l’anno della prima svolta, l’anno della grande intuizione di un commesso della drogheria Piggy Wiggly, nel Tennessee: dare vita a un punto vendita dove il cliente potesse muoversi liberamente, prendere visione del prezzo della merce – per la prima volta esposta sugli scaffali – e servirsi in autonomia, attraverso un percorso “obbligato” che lo accompagnasse fino alla cassa. Da lì all’apertura di 2500 store il passo fu breve. Venne brevettata l’idea del self-service e in 10 anni gli Stati Uniti videro nascere il primo supermercato moderno.
Negli anni ’60 è la volta di Walmart, distributore americano che ripensa il suo store in Arkansas secondo il concetto “Everything under one roof”. Nasce così Super Center, il primo ipermercato della storia, seguito da Carrefour appena un anno dopo, nel 1963, con il primo ipermercato europeo a Parigi.
Tra gli anni ’70 e ’90 la tecnologia fa il suo ingresso nel settore della GDO, piantando il seme di un futuro processo teso a fare della spesa una vera esperienza d’acquisto. Dopo i carrelli intelligenti e i totem interattivi è l’e-commerce a segnare un nuovo momento di svolta, ribaltando completamente i modelli di vendita/acquisto fino ad allora presenti. I servizi per il consumatore si fanno sempre più puntuali, veloci e personalizzati. A fare da apripista, come è intuibile che sia, il colosso della vendita online Amazon.
Arriviamo così al settore GDO che conosciamo oggi: il cliente è al centro di un sistema che lo coinvolge a 360 gradi e che risponde in tempo reale ai suoi bisogni, le sue abitudini e il suo stile di vita.
Il motivo? Rispondere a un immobilismo dei consumi che si sta trasformando, per la prima volta dal 2013, in un calo della spesa delle famiglie. Accanto a quelli economici, il settore della GDO ha colto e registrato i cambiamenti socio-comportamentali del consumatore, oggi più informato e consapevole, esigente e attento nelle proprie scelte alimentari.
Aumentando la comodità dei servizi d’acquisto e, più in generale, invogliando il cliente a vivere l’esperienza e gli spazi (virtuali e reali) del supermercato, il settore GDO sta quindi riscrivendo la shopping experience sotto più aspetti.
In che direzione sta andando la GDO e quale sarà il futuro prossimo del settore ve lo sveliamo di seguito. Ecco i quattro aspetti emergenti da tenere sotto controllo.
Un primo esempio di come il settore della GDO sta ripensando la shopping experiencedel consumatore riguarda la nascita di aree di food service all’interno dei supermercati. In alcuni casi si tratta di piccoli punti di ristoro e wine corner per un drink o uno snack spezza-fame. In altri casi si tratta di veri e propri locali dall’offerta all day longin grado di coprire i diversi momenti della giornata. Eataly è stato un pioniere in questo senso, introducendo da subito chioschi, corner bar e i ristoranti tematici sul prodotto all’interno della sua struttura. Lo scopo? Aumentare l’indice di gradimento del cliente, i suoi tempi di permanenza in loco e un coinvolgimento che vada oltre la semplice esperienza di spesa. A ulteriore riprova di ciò basti pensare a Terra, la griglia by Eataly, l’ultimo arrivato a Roma in casa Eataly.
Volgendo lo sguardo al settore GDO, l’apertura più recente riguarda il nostro ultimo progetto Panieri, format di ristorazione realizzato all’interno del punto vendita Conad in Viale Regina Margherita, 130. Il concept al cuore del progetto – dal mercato alla tavola– è pensato per chi vuole mangiare fuori proprio come a casa. 150 mq, 70 coperti e un’offerta gastronomica studiata per coprire l’intero arco della giornata con un servizio di colazione, pausa pranzo, aperitivo e cena. Qualsiasi cosa il cliente scelga di mangiare è realizzato esclusivamente con l’utilizzo di materie prime fresche e selezionate giornalmente dai banchi del supermercato. Proprio come se a far la spesa foste voi.
Digitalizzazione e omnicanalità sono le parole d’ordine del futuro prossimo della GDO, un settore che azzera la linea di demarcazione tra mondo fisico e mondo digitale ed è alla portata di tutti: di chi ha poco tempo per fare la spesa, di chi apprezza le comodità che la tecnologia oggi offre, di chi utilizza il digitale come principale canale di interazione con il mondo esterno e di chi ama lasciarsi coinvolgere in un’esperienza totale e trasversale. Di esempi ne abbiamo diversi, quasi tutti stranieri e segnati da una forte digitalizzazione del concept. Anche l’Italia non manca di stupirci: nel 2015 ha debuttato ad Expo Milano il supermercato del futuro firmato Coop, uno spazio di realtà aumentata con informazioni digitali reperibili con semplici gesti o grazie un’applicazione da mobile.
Da diversi anni il settore GDO si è adattato alle tendenze di spesa dei consumatori, che oltre ad avere meno tempo (e voglia?) di cucinare, preferiscono riempire il frigo con frutta e verdura locale, fresca, coltivata secondi i ritmi stagionali e incontaminata da pesticidi o altre sostanze che possano garantire una certa soglia produttiva.
Se da un lato, quindi, aumenta la tendenza all’acquisto di prodotti semi-preparati o già pronti all’uso, dall’altro cresce il numero di persone che sceglie il km 0, un tempo presente solo sui banchi dei mercati rionali e da qualche anno entrato a far parte del circuito della GDO. Dal 2010, anno di creazione del primo supermercato a km 0 realizzato per iniziativa di Coldiretti, Consorzi Agrari e Regione Veneto, sono diversi oggi i supermercati che dedicano aree specifiche dei loro spazi ai soli prodotti locali. Un modo, questo, per rispondere al ritorno di molti consumatori alla spesa contadina, presso i produttori o i mercati rionali, e per mantenere prezzi più contenuti e vantaggiosi, sia per il cliente che per il produttore.
Un ultimo aspetto da non sottovalutare tra le tendenze emergenti è l’adozione di diverse soluzioni per combattere gli sprechi alimentari del settore GDO. Non è un segreto che prodotti ancora buoni e freschi ma mal confezionati o esteticamente rovinati finiscano nella spazzatura. A tal fine, il Comune di Milano ha dato vita a “Zero Sprechi”, il progetto che ha creato, in zona Isola, uno hub di quartiere dove le strutture caritative possano reperire il cibo in eccedenza dalle 4 mense aziendali e i 15 supermercati del territorio che hanno finora aderito all’iniziativa. Anche la tecnologia si è posta al servizio del risparmio, offrendo diverse applicazioni che permettono di scoprire quali sono i negozi in cui è possibile reperire cibi ancora buoni ma in scadenza e prodotti scontati, tra cui Regusto e MyFoody.