“Il concetto di legge della conservazione poggia le sue basi sull’assunto inequivocabile che qualsiasi cosa ci circondi si muove, varia, senza generazione, senza distruzione.
Anche il Klang.”
Leggiamo spesso articoli su nuovi locali, attesissime aperture, nuovi posti che nascono in ogni angolo d’Italia. Oggi però vogliamo scrivere di un locale che chiude, un luogo unico nel suo genere, il Klang.
Definire che tipo di locale è stato il Klang è praticamente impossibile, fuori dai canoni classici, lontano dagli schemi comuni. Nessun biglietto d’ingresso per ascoltare le performance musicali che si susseguivano 5 giorni su 7, nessuna tessera da firmare, solo voglia di divulgare una proposta artistica dalla qualità cristallina, accompagnata da un’offerta food & beverage originale, ricercata e ben definita.
Un progetto ambizioso, sfidante, impegnativo, costruito intorno all’anima e alle intuizioni di Cristiano Latini che è riuscito a portare a Roma qualcosa che non si era mai visto prima.
Un progetto a cui siamo onorati di aver preso parte, dall’inizio alla fine.
Il risultato più bello raggiunto dal Klang in questi 4 anni è stata probabilmente la straordinaria impresa di costruire una comunità, un gruppo di persone unite da un senso di appartenenza, che ha ballato all’unisono fino all’ultimo giorno. Erano tutti lì il 10 settembre per l’ultimo grandissimo saluto, un fiume di persone che ancora una volta ha fatto tremare le mura del Klang, e di tutto il Pigneto.
Per questo non ci sorprenderebbe se quelle luci rosse al neon tornassero a brillare, magari in un altro tempo, in un altro spazio, in un altro originale modo.
Auf Wiedersehen Klang.